Il vino è il più “vivace” tra i prodotti agricoli, basti pensare alla varietà che il mercato propone di vini biologici, biodinamici e naturali.
«Un termine, quest’ultimo, che riconduce ad un vino ottenuto nel massimo rispetto dell’ambiente, frutto di un lavoro cosciente dell’uomo che coltiva la vigna in un terreno vocato, dove la vite può crescere sana, esprimere le caratteristiche del suolo e del clima senza il ricorso ai concimi e a mezzi di difesa chimici».
Un vino naturale è il prodotto di un’agricoltura sostenibile ed ecologica, fatta su un terreno che è stato coltivato in biologico (o biodinamico) per molti anni: quello che conta è il lavoro e la cura del vignaiolo e non la denominazione.
Le uve che arrivano in cantina devono essere naturalmente sane e la vinificazione deve avvenire secondo alcuni protocolli formali: fermentazione spontanea del mosto con microflora indigena, senza aggiunta di lieviti selezionati o altre sostanze, fatta eventualmente eccezione per piccole quantità di anidride solforosa (con limiti che possono variare dai 50 mg/l per i vini bianchi e 30 mg/l per i rossi, secondo il disciplinare di VinNatur; oppure agli 80 mg/l secondo ViniVeri).
Il vino organico o naturale, avendo di regola una filiera produttiva molto diversa dal vino convenzionale, e soprattutto non subendo nessun tipo di manipolazione in cantina, è “vivente” ed in continua evoluzione. Le caratteristiche che si sentono appena si apre una bottiglia sono chiara e diretta espressione del suolo in cui le vigne crescono.
Secondo il regista americano Jonathan Nossiter (autore di film come “Mondovino” e “Resistenza naturale”) il movimento dei vini naturali è la frontiera più autentica della difesa del territorio e della sua biodiversità.
Per Alice Feiring, giornalista americana (autrice di Naked wine), il vino naturale, costruito sull’onestà dei produttori e sulla semplicità del messaggio, rischia oggi invece di essere corrotto dagli opportunisti.
Dove sta la verità?
Il messaggio dei vini naturali
Un vino naturale comunica quei valori a cui ormai noi tutti siamo molti sensibili: il rispetto del suolo, dell’acqua, dell’aria, degli animali e della biodiversità. Ma i vini “naturali” esprimono anche grande personalità, diversità e territorialità e tutto questo grazie soprattutto al rispetto che dimostra ogni vignaiolo verso la propria terra e il proprio vigneto.
I vini naturali hanno una bellissima bevibilità: nella loro tipicità raccontano meglio di qualunque altro vino le caratteristiche del vitigno, del territorio e dell’annata, proprio perché non hanno i filtri della chimica. Per questo sono decisamente più emozionanti.
Il consumatore
La scelta di bere “naturale” offre al consumatore la possibilità di avere un proprio concreto senso critico, e quindi una propria cultura, attraverso la scoperta di nuovi territori, uve, metodi di vinificazione e di macerazione. A tutto questo si aggiungono maggiori benefici per la salute e maggiore rispetto per l’ambiente, elementi che una persona attenta a stili di vita e atteggiamenti sostenibili non può trascurare.
Conclusioni
In questi ultimi questi ultimi 10 anni si è assistito ad un costante miglioramento: con un buon lavoro in vigna e con un’attenta cura nelle varie fasi di vinificazione e di conservazione dei vini, è possibile assicurare dei prodotti tecnicamente ineccepibili. Anche se ancora non è stato definito un vero e proprio disciplinare per i vini naturali, la vera regola che un vignaiolo segue è quella del minor intervento possibile durante tutto il processo produttivo. Soprattutto in vigna dove si cerca di avere il massimo rispetto della biodiversità perché questo permette di limitare l’utilizzo di trattamenti chimici di sintesi.
Il metodo? Le uve vendemmiate nel momento in cui sono nella loro perfetta espressione; la vinificazione fatta con un’enologia essenziale e con la massima attenzione e rispetto per la materia prima in tutte le fasi.
Il risultato? Un vino ottenuto nel massimo rispetto dell’ambiente, dove il vignaiolo asseconda la vite nei suoi cicli naturali.
Forse un giorno si potrà leggere la dicitura “naturale” in etichetta e questo avrebbe un grande valore: può sembrare utopistico e invece potrebbe essere la strada giusta per produrre vini di qualità che incontrino i gusti e le aspettative di un numero sempre maggiore di consumatori attenti all’ambiente in cui vivono e alla propria salute.