Quando abbiamo deciso di fare i négociant un motivo di fondo c’era: poter fare vino come dei nomadi, cercando produttori eccezionali con i quali avviare delle collaborazioni.
E questo è quanto è successo in Francia a inizio maggio….
Siamo andati nella zona del Beaujolais perché vogliamo fare un vino con il Gamay. Si tratta di un vitigno di grande freschezza, da cui si possono ottenere vini acidi e taglienti. Nelle colline del Beaujolais si alternano suoli a base di ardesia, sabbia granitica, con manganese (la componente più importante) e ferro oppure con manganese e calcare. E poi ci sono altezze diverse, con boschi che orlano i vigneti proteggendoli dai venti freddi. Il Gamay è un vino solare, polposo come pochi, acido quasi fino a essere sferzante e sfrontato.
Nel Beaujolais abbiamo incontrato due vignerons molto interessanti: Sylvère Trichard e Romain des Grottes.
Abbiamo passato con Sylvère un’intera mattinata. Siamo arrivati al mattino presto e abbiamo avuto la possibilità di parlare di molte cose. Ci ha fatto vedere la sua vigna, un piccolo gioiello a Blacé da cui ottiene dei vini diretti come piacciono a noi. Anche la cantina è espressione della sua filosofia. Utilizza principalmente vasche in cemento e vetroresina, non ha acciaio né legno. Ci siamo soffermati sulla nostra idea di ottenere un gamay con le bolle che sia la diretta espressione dell’uva e dei suoli su cui sorge. Un vino acido, intenso e, perché no, minerale. La conversazione è stata franca; ci ha fatto capire le diverse opportunità per riuscire a fare il nostro vino dandoci tutte le soluzioni possibili. Siamo andati anche a mangiare assieme, in una classica osteria del posto molto accogliente e con piatti genuini e davvero gustosi. Per noi è stato il primo approccio con un produttore francese e ci ha davvero coinvolto. Persona molto disponibile, solare che conosce molto bene la propria terra e il Gamay. Abbiamo anche conosciuto Ulysse, il suo cane che è stato per la maggior parte del tempo in braccio a Valeria. Saremmo rimasti con Sylvère per svariati giorni, ma avevamo il nostro secondo appuntamento a poca distanza dalla cantina e ci siamo incamminati con una certa gioia nel cuore.
Ci siamo, quindi, spostati a Saint-Étienne-des-Ouillières per incontrare Romain des Grottes. Anche con lui è stato amore a prima vista. Persona molto disponibile, ci ha fatto vedere i suoi vigneti di Gamay e abbiamo degustato gran parte della sua produzione di vini. Vini molto caratteristici, con espressioni organolettiche tipiche del Gamay e dei territori della zona. Romain è un vigneron che sperimenta moltissimo e questa sua caratteristica ci ha davvero impressionato. Quando poi ci ha comunicato che ci ospiterà per creare assieme un vino nel quale fondere le idee di entrambi, non stavamo più nella pelle.
Il nostro viaggio è proseguito il giorno seguente alla volta della Loira: ci siamo messi in macchina e abbiamo percorso gran parte della Francia per raggiungere Montlouis sur Loire, per andare a visitare la cantina di Lise e Bertrand Jousset.
Siamo arrivati da Bertrand nel primo pomeriggio, sotto una pioggia battente. La visita è iniziata con l’assaggio dell’Exilé, il vino che avevamo già bevuto in Italia e che ci ha aveva colpito molto fin dal primo sorso. E lì ci siamo un po’ sciolti, del resto il vino serve anche a quello. Ci ha poi fatto visitare la sua cantina, un dedalo di luoghi dove si respira la vera essenza di Bertrand e Lise. Ci ha portato nei meandri della sua tenuta, a circa venti/trenta metri di profondità: la parte dove conserva le barriques e le anfore di terracotta. E ci ha fatto assaggiare tutte le varie espressioni dello Chenin. Ci ha poi portato nella sua “cave des memoires” dove conserva tutti i suoi vini da quando ha iniziato: bottiglie incastrate una sull’altra con la muffa ben visibile. Risaliti in superficie, abbiamo ripreso la degustazione dei suoi e dei nostri vini, anche assieme ai ragazzi che aiutano Bertrand e Lise ad ottenere tutto quel ben di Dio …. e il pomeriggio è diventato sera, tra chiacchiere, risate e buonumore. A quel punto Bertrand ci ha invitato a casa sua per cena: una serata memorabile, di quelle che vorresti non finissero mai. Ci siamo salutati con la promessa di rivederci presto e di continuare le nostre bellissime chiacchierate.
Cosa ci siamo riportati a casa dalla Francia
L’esperienza di questo viaggio rimarrà per molto tempo nei nostri pensieri e nel nostro cuore.
Siamo partiti dall’Italia con molti dubbi sulla riuscita del viaggio, perché era la prima volta che andavamo a visitare vignaioli stranieri e avevamo il timore di non riuscire a far capire loro la nostra idea di collaborazione per la produzione dei nostri vini.
Invece fin dal primo momento abbiamo trovato delle persone molto disponibili ad ascoltarci e che ci hanno messo a nostro agio spiegandoci che tutto si può fare. E questa è la cosa più importante, l’aver creato una certa empatia che ci ha permesso di confrontarci sulle idee e sulle metodologie di fare vino.
Torniamo con la consapevolezza che riusciremo a realizzare i nostri nuovi vini al meglio, grazie anche alla disponibilità, l’esperienza e i consigli dei produttori che abbiamo incontrato.
Che sogno! La Francia è davvero un posto stupendo, quasi magico: visitatelo e “assaggiatelo”!