Nel corso del Novecento il termine “visionario” assume una connotazione positiva. Questo termine si sposa benissimo con la figura del vignaiolo.
Quello che fa la differenza tra un semplice produttore e un vignaiolo sta proprio nella sostanza delle intuizioni di quest’ultimo, che si traducono in avanguardia, resilienza e integrità assoluta. Alcune volte percorrono le strade “in senso contrario” alle logiche di conduzione dei vigneti, di vinificazione e di mercato.
I vignaioli sono i primi che ci mettono la faccia nel promuovere quella che è la loro filosofia. Parlando con loro, si può sempre scoprire qualcosa di nuovo, di unico e di emozionante.
Perché un vignaiolo è la sua terra, la sua uva e la sua idea di vino. E questo permette a chi è veramente interessato alla loro storia di scoprire un filo comune che li accomuna tutti. Una delle frasi tipiche che ogni vignaiolo ripete all’infinito è: il vino non è fatto in cantina, ma sul campo. E questa è la vera e unica regola che li guida nelle loro azioni. Tutto parte, si forma e termina nel vigneto. È qui che il vignaiolo fa la differenza: scopre le caratteristiche del terroir, le esalta e permette alle proprie uve di crescere in un ambiente sano che trasferirà alle piante ogni elemento necessario.
Noi di Old Boy non siamo vignaioli, anche se abbiamo studiato e frequentato corsi e master di enologia. Le vere lezioni che hanno fatto davvero la differenza sono stati gli incontri con i vignaioli a cui siamo maggiormente legati. Ci è sempre piaciuto capire, durante le visite, quali fossero le regole proprie che ogni vignaiolo applica. Perché per noi è molto importante il confronto e la collaborazione. Il confronto perché ci permette di crescere a livello tecnico e la collaborazione perché lo scambio di idee e il dialogo ci fa definire meglio quelli che saranno i nostri obiettivi in relazione ai vini che produrremo.
Ad esempio la prima collaborazione con Tenuta l’Armonia è stato il primo passo in questo mondo. Riteniamo Andrea Pendin uno dei vignaioli italiani più visionari e ci siamo presentati da lui con le nostre idee. Dialogando con lui abbiamo definito cosa potevamo fare concretamente. L’incontro, quindi, è servito ad entrambi: per noi che abbiamo visto realizzare quelle che erano le nostre idee astratte sui vini che volevamo ottenere, e per Andrea che ha avuto modo di sperimentare ulteriormente le sue capacità e dimostrare ancora una volta, ma di questo non c’era bisogno, le sue infinite intuizioni. Presso Tenuta l’Armonia ci sono altri vignaioli e con loro lo scambio è continuo. In tutte le fasi ci piace sapere le opinioni di tutti perché ognuno ha le proprie idee e queste devono essere condivise.
Un’altra cosa che ci piace fare ora che abbiamo finalmente prodotto i vini è farli assaggiare ad altri vignaioli perché anche questo per noi è un modo di confrontarsi, crescere e definire la nostra vera identità. Questo avviene durante gli eventi dedicati ai vignaioli, con incontri organizzati direttamente con gli altri produttori o semplicemente scambiandoci le bottiglie dei rispettivi vini.
Vogliamo entrare in contatto con una nuova generazione di viticoltori, che siano sempre alla ricerca di quelle varietà che meglio si sono adattate ai loro territori e che hanno fatto parte del contorno in cui sono cresciuti. Si tratta, pertanto, di un processo culturale oltre che produttivo, indicato anche dall’aumento notevole di sensibilità da parte dei bevitori, sempre più interessati a cogliere nel bicchiere il territorio più che l’enologia, la naturalità più che la costruzione.
Questo per noi è essere un visionario: non accontentarsi di mettere nel bicchiere un vino buono, combinando elementi esterni che lo costruiscono, ma produrre vini che includono l’anima di una zona di produzione e l’espressione più autentica di un paesaggio, riducendo al minimo l’interventismo per privilegiare quello che l’uva offre in termini di profumi, gusti, colori e sapori.